Sorridi!


Avevo quattro anni, da poco compiuti. Forse era una domenica dicembrina.

Quel giorno faceva freddo e il cortile era bianco per la neve caduta durante la notte. La mamma mi aveva intabarrato con cappotto, sciarpa stretta intorno al collo, cuffia di lana in testa e manopole. Non mi piaceva quella sciarpa. Pizzicava sulla pelle; avrei voluto grattarmi il collo e il mento, ma le manopole di lana aggravavano la situazione. A pensarci … mi prudevano anche le orecchie a causa della cuffia. Se non bastava il prurito, quella cuffia aveva un ridicolo pon pon, roba da bambine.

Andiamo Franco - mi aveva detto il papà - andiamo a fare qualche foto, su a Monte Berico. L’idea delle foto mi piacque tantissimo, anche se non avevo idee chiare su come si facessero le foto. Il papà aveva però comperato la sua nuova macchina fotografica, una Voigtländer, come aveva suggerito lo zio Orio. 

Splendida. Volevo proprio provarla anch’io.

Quella volta non ci riuscii. Dopo i quattrocento gradini delle scalette che portavano verso il monte, avevo solo voglia di tornare a casa, magari sulle spalle del papà, o con il tram … . No, non arriva il tram a Monte Berico, aveva sentenziato il papà. 

Che idea! Con la slitta si può? Domandai, indicando la neve tutto intorno. Il papà si mise a ridere. La sua allegria mi sembrò una buona cosa, visto che il papà era sempre arcigno, ma non trovavo nulla di ridicolo a tornare a casa su di una slitta. Ah no, ecco, la slitta era rimasta a casa, in cantina … avrei dovuto pensarci prima.


Il papà tentava di farmi una foto. Seduto sul muretto, dovevo solo guardare l’obiettivo. Sorridi! Dai, almeno una volta! insisteva il papà. 

Perché dovrei sorridere, mi chiedevo, col freddo che faceva e con tutta quella lana a farmi il solletico … Allora leggi qua, ordinò il papà. Tirò fuori di tasca un foglio piegato in quattro. Lo aprii, ma mentre stavo per obiettare che io non sapevo leggere, sentii lo scatto della macchina fotografica. 

Perfetto! Esclamò il papà felice. Fui felice anch’io. Era la seconda volta, quel giorno, che vedevo sorridere il mio papà.

Non ho quella foto … Quando mancò la mamma, che conservava tutte le fotografie di casa in una grande scatola di latta, quella lì, con la sciarpa, il berretto, il pon pon e il foglio di carta un mano, è finita chissà dove.

Mi manca, davvero. Di quel giorno ricordo molte cose piacevoli, compreso il papà che sorride ed è contento … non lo faceva molto spesso.

Peccato! Mi devo accontentare del ricordo.


Franco



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