Erba
Sono bastate le pioggerelle modeste e discontinue dei giorni passati per stimolare la crescita dell’erba. Mi si avvinghiava ai pantaloni. Ancora più tenaci nell’ostacolare i miei passi erano gli steli coi fiori dorati del Crespino spinoso. Splendidi quando li ammiro da lontano, seduto in tinello. Fastidiosi quando ci passo nel mezzo per raggiungere gli alberelli di albicocche e di susine, nell’orto.
In mezz’ora mi apro la strada da casa all’orto - mi son detto - lo faccio subito, così approfitto del fresco.
Il tosaerba aveva il serbatoio già pieno, e si è avviato al primo colpo.
Dopo mezzora avevo rasato quasi tutto il prato. Una meraviglia, soprattutto a camminarci in mezzo gustando il primo sentore dell’erba falciata che il sole cominciava a seccare.
Quel profumo mi ha ricordato quello del fieno, a Villabalzana, e Marcello che, a torso nudo e grondante di sudore, impiegava mezza giornata per falciare un prato grande poco più del mio. Angelo impiegava lo stesso tempo per battere le lame delle falci, seduto per terra a gambe larghe nell’unico francobollo d’ombra offerto dal noce piantato nella corte.
Nilo, il bambino della mia età col quale spesso giocavo a fare il contadino, era venuto di corsa da me, raggiante di gioia, per invitarmi a casa sua e mostrarmi la novità.
Mi pare la chiamasse BCS: era una falciatrice a barra, mossa da un potente motore, con la quale in mezza giornata suo padre e suo zio avrebbero segato tutta l’erba dei loro campi.
Un cambiamento epocale, davvero.
Ho sistemato il mio tosaerba nel capanno, ma il ricordo di Marcello e di Angelo, accaldati e affaticati, me lo sono portato fin dentro casa, al fresco. Di fresco loro avevano l’acqua della fontana, con la quale si lavavano mani, viso e torace, prima di berne a sazietà portando alle labbra le mani strette a coppa.
Si può avere nostalgia di quei tempi?
Franco
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