Pigrizia


Vengono così, quando meno me le aspetto. Spesso sono idee buffe, o una immagine che a me ricorda qualcosa di una vita fa; a volte è invece una parola capace di trascinarne cento altre così che insieme danno forma ad un racconto.

Buona idea, mi dico, poi ci scriverò qualcosa. 

Quel poi può durare solo due minuti: l’idea se ne è già andata, scomparsa nel nulla. 

Mi avvilisco. È la vecchiaia, mi giustifico per sentirmi meno in colpa; ed è vero. 

Perché poi devo sentirmi in colpa? - mi domando - Perché già lo sapevi che te ne saresti scordato - mi rispondo - ma non hai voluto prenderne nota, per ricordarlo al momento giusto. 

Sorrido. Come sempre ho ragione quando discuto con me stesso: sto invecchiando … oppure sono  pigro. Una delle due risposte è corretta; o anche entrambe …

Magari poi l’idea torna, inaspettata, e mi piace ancora di più di prima. Quasi sempre viene a braccetto con la pigrizia, così, ancora una volta, faccio nulla per ricordarla.


Accrocco. Ecco una parola che ho letto e studiato chissà dove, chissà quando. Ho in mente un accrocco di idee, un mucchio di pensieri male abborracciati; non una catasta ordinata, ma un coacervo, un ammasso sistemato alla rinfusa.

Insomma, sono impastato con qualcosa che richiama il disordine, il buttato lì, l’arrangiato così, alla bell’e meglio. Devo avvilirmi? Ma no, dai, a cosa servono poi  la precisione, l’ordine? 


Fuori soffia un alito d’inferno: trentotto gradi, ho letto sul termometro buono, quello meteo, messo nel modo giusto e al posto giusto perché dica una verità accettabile. 

Vuoi morire? Stai dentro, allora, resta in poltrona, e tieni gli occhi chiusi. 

Lo diceva Confucio, il saggio … trascinata dalla corrente del torpore, prima o poi passerà l’idea giusta, e forse ti verrà voglia di prenderne nota.

Ora evita ogni fatica!


Franco




Commenti

Post popolari in questo blog