Pioggia


Stamani pioviggina. Niente mare, abbiamo deciso, andiamo a comperare nuove ciabatte. Buona idea: si va in macchina e così si scopre il paesaggio di questa parte della Grecia, carica di storia. 

Mi sconcerta il verde dei campi e dei boschi lavati dalla pioggia leggera che ci accompagna. Contrasta con le scene di canicola e di polvere di tante battaglie raccontate dai film visti quando ero ragazzo. Insomma, nella mia fantasia la Grecia è calcinata dal sole!

Ed invece sopra di noi le nubi si fanno ancora più nere, cariche di minacce.

Cambio ricordo. Sostituisco Ottaviano e Bruto con Argo e Tea, Filippi con le Giudicarie.

Mi rivedo coi cani, lungo un sentiero tra pascoli e macigni crollati dal monte, dopo una grigliata nella baita di Lucio ed Ilaria. Pochi chilometri di passeggiata tra gli alberi radi e i pascoli; lì l’auto non si può usare. Anche allora il cielo si faceva sempre più nero, ma avevo voglia di camminare, coi miei cani. Il cielo ha mantenuto la promessa: pioggia a secchie, con il rumore assordante delle gocce sulla chioma degli alberi stentati. 

Non ci si ferma sotto le piante, dico ai cani, che non capiscono il loro padrone. Loro corrono da un albero all’altro, e di lì mi guardano. Sei zuppo, mi dicono con gli occhi, vieni qua, c’è posto, riparati almeno per un po’. 

Arrivo all’auto che tremo di freddo. Ovviamente non piove più. I cani si scrollano accanto a me, felici; loro sanno come togliersi l’acqua di dosso. Io posso solo cavarmi i vestiti grondanti, ed entrare in auto a scaldarmi accendendo il motore. Mi copro con qualcosa, sperando che non arrivi la polizia, o i forestali. 

Mi dicevano che in Grecia non piove mai, considero ad alta voce guardando gli scrosci dalle vetrine del centro commerciale. Mai vista così tanta acqua, ma di questi tempi …

Iadi, si chiamano Iadi, con l’accento sulla I, sono le ninfe della pioggia - bisbiglia qualcuno accanto a me - e sono greche, come Ares, che è Dio guerriero, ma anche della pioggia, e Zeus, che gioca non solo con i rovesci,  ma anche coi fulmini. Non ricordi?


Franco

Il disegno è di Lucio




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