Vecchiezza


Non è più come un tempo. 

Non potrebbe essere diversamente: gli anni passano anche se si cerca di contrastarne gli effetti. Qualche volta invidio chi, magari più vecchio di me, riesce in imprese che già da molti anni ritengo eccessive per le mie forze. 

Beati gli arzilli novantenni capaci di scrittura finissima, dotati di eloquio affascinante, sempre in viaggio per intervenire a convegni e a prestigiosi salotti televisivi, cui vengono invitati in ogni parte del mondo.

Fino a ieri mi consolavo dicendo tra me e me: beh, io me la cavo col computer, e so ancora affrontare qualche piccolo problema senza chiedere aiuto a chissà chi!

Che disillusione!!! Lo confesso: sono riuscito a combinare pasticci assurdi mentre sostituivo il mio vecchio cellulare con uno nuovo. 

Sembrava tutto sistemato con pochi passaggi e, per garantirmi sicurezza, ho resettato il vecchio telefonino. 

È stato il segnale atteso dal “destino”; s’è scatenato l’inferno. 

Alcune applicazioni si sono bloccate; di altre si è perduta memoria delle password. Un paio di App, davvero burlone, mi hanno chiesto: sei davvero Franco? Mi è venuto da piangere.

Intorno a me un concerto di voci stupite ed arrabbiate: erano tutti increduli della mia superficialità e della faciloneria con cui avevo affrontato la sostituzione del cellulare. Anche il cane, acciambellato tra i miei piedi, e il gatto, dal davanzale della finestra, avevano qualcosa da dirmi … ovviamente a modo loro.

È la vecchiezza, era l’unica considerazione appropriata, tu ormai dovresti tornare ai piccioni viaggiatori … . 

No, meglio dire vecchiaia, che è parola che porta con sé il senso degli acciacchi, e delle perdute capacità.


Ci sto pensando con amarezza. Eppure oggi pare che il mondo imponga a tutti, indipendentemente dall’età, dalla preparazione, dalla disponibilità di denaro, di usare almeno uno smartphone. Quante volte i pagamenti devono essere effettuati online? E quante volte si deve dimostrare l’identità con procedure digitali? Ormai con le amministrazioni si hanno contatti quasi solo virtuali, come quando si fissano appuntamenti con le strutture della sanità pubblica, o si accede agli archivi delle cartelle cliniche e dei dati sanitari. E poi, come si può fare richiesta di ricette, e come se ne ottiene il rilascio se non attraverso la via informatica? Un viaggio? Il volo, l’albergo? Tutto online! Si può vivere senza un computer, un tablet o almeno uno smartphone?


Mentre arrancavo disperato in mezzo al guado nel tentativo di riconquistare lo Spid, mi sono fatto consolare da un tecnico che disquisiva sui miei sbagli chissà da quale paese del mondo; lì ho capito che il mio tempo era passato. 

Cosa ti serviva un nuovo smartphone? - mi hanno chiesto i ragazzi - Ora che tutto è stato sistemato, è cambiato qualcosa per te? Giurami che sarà il tuo ultimo cellulare!


Franco





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