Brezza
Abbiamo lasciato aperte porta e finestra del capanno.
Nessuno, di certo, verrà a disturbarci stanotte.
Il sonno è arrivato subito. Nulla può resistere alla stanchezza portata dall’ozio.
Ho sentito che lei si è alzata ed ha chiuso la porta. Poi più nulla: un silenzio inquietante. No, non è vero … mi sono scosso perché ho sentito il fruscio degli aghi dei pini mossi dalla brezza. Possibile? E’ bastata quella domanda, e la brezza s’è portata via il sonno. L’ho sentita sul viso, e sul corpo, l’aria fresca della notte. Quant’era che non avvertivo un po’ di fresco che non venisse dal condizionatore? Ecco, domande assurde che riducono il sonno in coriandoli.
E poi … ecco cos’è … è il mare che chiacchiera con gli scogli … dovrebbe essere proibito dal regolamento del villaggio chiacchierare a quest’ora!
Segni di pazzia … penso alle mie condizioni mentali e a quello che si sta preparando per lei, che in barba alle chiacchiere e al fresco dorme tranquillamente, e profondamente, una spanna più in là.
No, meglio che non le chieda scusa in questo momento. La ringrazierò domattina.
Vedo che sono le tre della notte, o del mattino … dipende dai punti di vista.
Facciamo di notte, Franco, vedi di dormire, dai …
Franco
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