Invidia


Giornata sugli scogli … Giornale, bagno, lettura, un saluto ad un signore che passa … non ricordo chi sia, ma ormai è lontano … ecco, gli occhi mi si chiudono … com’era la pubblicità? Me cala la palpebra … 

Devo scuotermi, impegnare la mente … 

Apro il libro: Pennac. Il vicino cerca di sbirciare il titolo. Impossibile farlo … è a dieci metri da me. Glielo dico io, e poi commento il libro … ne ho letto trenta pagine, ma fingo di essere quasi alla fine. Splendido Pennac, una mente finissima, ed arguta, una penna che trascina, affascina e fa pensare; questo libro poi si tuffa nei sogni, racconta dei sogni, anzi, porta il lettore dentro a sogni nei sogni … insomma, un racconto pazzo, ma divertente. 

Il vicino mi guarda, non sa che dire. Gli cito Malaussène, che di mestiere fa il capro espiatorio. Non ho sentito lo squillo, ma il vicino risponde al cellulare e si volta dall’altra parte. Mi viene il dubbio che … ma mi va bene così. 

Torno a leggere Pennac e a rodermi per la sua bravura. Dovrei smettere coi miei attimi … i suoi capitoli da mezza pagina si leggono in venti secondi. Mi resta poi una giornata per ripensare alla bellezza di quello che ho letto.

Si chiama invidia?


Franco

 

 

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