Panini
Vi ricordate? Ci scambiavamo quelle doppie prima dell’inizio delle lezioni. Prima si comperavano le bustine dal tabaccaio, o dal giornalaio, che ce le lasciava estrarre a caso dal suo pacco. Poi c’era il rito dell’apertura della bustina con l’ansia della scoperta del contenuto. Alcune figurine erano frequentissime, altre non si trovavano mai.
Ce l’ho … ce l’ho … ho anche questa … erano le frasi che riecheggiavano intorno ad ogni crocchio di bambini durante lo scambio dei doppioni.
Panini, l’ideatore degli album per la raccolta delle figurine, divenne milionario sulle spalle degli alunni delle elementari. E delle loro famiglie.
La fama dei calciatori dipendeva più dalla rarità delle loro figurine che dall’ammontare degli ingaggi.
Oggi è cambiato tutto: i milioni degli ingaggi girano come fossero figurine Panini. Cinquanta-sessanta milioni? … Beh, l’abilità di questo giocatore è virtù rara … vale tanto … ma ti cedo questo attaccante in cambio di quei due terzini …
Sembra di assistere agli scambi fatti in classe prima dell’arrivo della maestra!
Chi fa festa per l’arrivo di un calciatore nella squadra del cuore mi ricorda i bambini di allora: credo che non pensi al valore dell’ingaggio, e nemmeno a quello del denaro, ma solo all’album/squadra che si riempie con personaggi di grido. E poi, nessuno fra coloro che si affollano negli stadi guadagnerà nella propria vita di lavoro nemmeno una piccola parte di quegli ingaggi da favola.
Favole dell’orrore, se ci si pensa un po’.
Meglio non pensarci.
Franco
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