Scoppi
La notizia è comparsa stamani sul giornale. Hanno fatto saltare un autovelox con una mina. Hanno sistemato la polvere nel tombino di servizio dell’apparecchio. Con l’esplosione il pesante coperchio di ghisa è volato lontano: per fortuna nessuno passava in quel momento.
Me l’ha detto Francesco, che ha sentito lo scoppio e la casa tremare.
Mi è tornata in mente Villabalzana.
Alcuni muratori stavano ampliando una casa a poche centinaia di metri da quella dei nonni. A volte dovevano spaccare la roccia a colpi di mina. Prima dello scoppio il capomastro suonava la cornetta. La mamma allora mi chiamava in casa, e accostava le imposte. Dopo un minuto la cornetta mandava due suoni. Ancora un momento e i suoni diventavano tre; poi c’era lo scoppio.
Dopo la mina, la mamma e la Gemma parlavano del tempo di guerra, quando a scoppiare erano le bombe sganciate da aerei che volavano così alti che neanche si potevano vedere e sentire. Non c’erano cornette, per avvisare la gente, ma sirene, al cui sibilo lacerante tutti correvano nei rifugi.
A Villabalzana, dopo lo scoppio, qualche sassolino cadeva sui coppi delle case tutto intorno. Il papà brontolava, temendo qualche improbabile danno, ma ricordava che quando aveva costruito la nostra casa al posto di quella preesistente, vecchia e cadente, di mine ne avevano fatte brillare a decine.
Andavo anche spesso a guardare il lavoro dell’ultimo cavatore di pietra di Villabalzana. Era un uomo ormai anziano, che sempre si lamentava del suo lavoro, al freddo d’inverno e al caldo d’estate, col sole, con la pioggia o con la neve. Era gagliardo, però, e abile con la mazza, che usava per dare forma alle pietre cavate dal monte. Il cavatore mi allontanava solo quando faceva saltare una mina. Me ne andavo malvolentieri, ma troppe volte il vecchio mi aveva raccontato di disgrazie provocate da mine sistemate ed esplose male. Così, da lontano, sentivo i trilli della cornetta, lo scoppio cupo della mina e la pioggia di pietrisco che, a volte, arrivava fin dove mi ero nascosto, dentro al bosco.
Quanto avrei dato per vedere la vampa e il fumo bluastro che si diffondeva tutto intorno, come avevo visto nei film di guerra. Macché - aveva obiettato lui - non è così … c’è solo rumore, che fa male alle orecchie, e tanta polvere, che rovina i polmoni.
Oggi, invece, le mine servono ad abbattere gli autovelox! Si corre in macchina anche in città, ma con l’esplosivo si evita di pagare le multe!
Basta avere fantasia, e un po’ di ingegno!
Franco
Commenti
Posta un commento