Tavolozza


Acqua. Mare. Sole. Silenzio. 

Lungo gli scogli l’acqua è azzurro chiaro, celeste con sfumature verdi: lì cielo e mare non sanno mettersi d’accordo. Un alito di vento; il mare rabbrividisce e brontola contro le rocce, bianco di spuma. Più in là c’è il blu. Intenso, profondo. Vorrei dire cobalto, ma mi manca il metro di paragone. Come è il cobalto? Non lo so … mai veduto … Potrei dire blu come il cielo sereno di montagna, dopo un acquazzone, oppure d’inverno. Qua, ora, il cielo è celeste, limpido, quieto. Solo un alito di brezza, che è ristoro per la pelle, che muove appena i fiori secchi dell’aglio, e porta un sentore fresco di resina e di elicriso dal bosco. 

Sogno di tuffarmi, ma mi lascio stringere dalla pigrizia. Il mare non è piatto, le dico, ancora un poco, dai ... 

Guardo il verde smeraldino del bosco, che scende verso l’acqua appiattendosi a terra forse per non piegarsi al vento, quando il vento infuria; penso all’inverno. 

Ora penso solo alla tavolozza di colori che mi riempie gli occhi. 

Sono fortunato. Ancora una volta ho potuto godere di questo paradiso. 

I problemi li lasciamo alla prossima settimana. 

Ora solo quiete, e pigrizia. 

Sana pigrizia!


Franco




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