Fatica


Quanta fatica costava tenere pulita ed in ordine la casa!

Da bambino proprio non ci pensavo. A parte qualche lavoretto che mi veniva chiesto per tenermi impegnato e non combinassi pasticci, più spesso venivo sgridato se entravo in casa con le scarpe sporche di terra o se lasciavo sparse le mie cose di qua e di là, senza riporle in ordine dopo l’uso che ne avevo fatto. 

Riemerge il ricordo della Gemma che, a Vicenza, faticava a stendere la cera sui pavimenti, e poi a lucidarli strofinando pezze di lana fissate sotto le setole corte e dure di un attrezzo pesantissimo di piombo che tutti in casa chiamavano gros’sola: uno strumento di tortura, dal quale la Gemma si liberò solo quando il papà finalmente acquistò la prima lucidatrice. 

Dai nonni, sul monte, i pavimenti di legno venivano invece grattati con la paglietta di ferro, prima grossa, poi sottile. Una volta tolta la polvere della vecchia cera, si stendeva quella nuova; lo si faceva rigorosamente a mano e in ginocchio. Ricordo che per giorni restava in casa un buon profumo di pulito e di cera d’api; ma ricordo anche che alla povera Beppina, la ragazza che aiutava in casa, per giorni e giorni restavano dolenti le mani, le braccia e le ginocchia. 

Il costo vivo delle pulizie!


Franco





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