Parata
Era la prima parata militare che si faceva a Vicenza, dopo la guerra. Penso che fosse il due giugno, qualche anno dopo il referendum. Forse già andavo in prima, e la scuola era finita da poco.
Ho memoria di una certa tensione, in casa: i miei fratelli si erano sistemati sul poggiolo con delle sedie e volevano vedere i soldati. Il papà, invece, di soldati e di armi non voleva nemmeno più sentir parlare. Forse riviveva il senso della sconfitta, e quello dell’occupazione. Gli Americani li abbiamo in casa - ripeteva spesso, riferendosi alla caserma che accoglieva le truppe USA, a pochi passi da noi, e ai militari ubriachi che ogni notte sciamavano per la città.
Scuoteva la testa, il papà; la parata gli pareva una presa per i fondelli.
Quando il fracasso dei passi cadenzati dei soldati in marcia e quello dei motori arrivò fin dentro casa, anche il papà uscì sul poggiolo a vedere. Brontolava, però, nel vedere gli ufficiali d’alto grado sfilare sulle camionette. Si commosse, invece, a vedere gli alpini, con la penna sul cappello. Il cappello così l’avevo anch’io - disse - e gli obici con cui sparavo, più o meno, erano come questi … - indicava gli autocarri che trainavano i pezzi di artiglieria. Poi passarono i bersaglieri, con le piume sull’elmetto e la fanfara, e un drappello di carabinieri in alta uniforme, col pennacchio e quelli sulle motociclette, col moschetto di traverso sul petto.
Il papà rientrò in casa quando stavano per sfilare i carri armati. Era furente perché erano dipinti con colori sgargianti, illogici. Che buffonata! - Gli sentii brontolare.
Beh, rossi o verdi a me i carri piacquero tantissimo. Trasmettevano il senso della potenza; nulla poteva opporsi a quelle corazze e a quei cannoni.
Senti come trema la casa - gridò il papà dal suo studio - qua va giù tutto. E le strade … e le strade chi le sistema, domani? Quelli del Jonny’s bar? Era il locale frequentato dai militari americani, praticamente davanti a casa nostra e stava aperto tutta la notte. Con quei cingoli … niente resiste a quei cingoli …
Era vero! Che meraviglia quei cingoli, acciaio lucente che mordeva l’asfalto, sarebbero arrivati ovunque, quei carri …
Franco
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