Reti


Capita di rado … ma a volte succede. Stava scavando una fossa per cuocervi la calce e, a mezzo metro di profondità, trovò un tesoro: una pesante lastra di bronzo con una scritta latina. Un pezzo di storia risalente a più di diciotto secoli prima. La notizia della scoperta, avvenuta il 29 aprile del 1869 vicino a Cles, in Val di Non, già il giorno successivo occupava le prime pagine dei giornali trentini, accendendo discussioni pericolosamente irredentiste. Quale il motivo?

Fuso nel bronzo in quella lastra si leggeva un editto firmato dall’imperatore Claudio, col quale Roma riconosceva alle genti di Anaunia la cittadinanza romana. Quei valligiani, gli Anauni, ritenevano di essere cittadini romani già da settant’anni, da quando cioè la città di Trento era divenuta Municipio dell’Impero.

Claudio, verificato che “gli abitanti della Val di Non e della Valle di Sole non sono genti di Retia, ma vivono in terra tridentina”, considerato soprattutto che “parecchi di loro fanno parte del mio pretorio, e che alcuni addirittura sono ufficiali dell'esercito e che non pochi amministrano la giustizia nelle decurie di Roma …” concede a quelle genti il beneficio di cui essi credevano già di godere.

Duemila anni dopo quell’editto di Claudio, conservato nel bronzo della Tabula Clesiana, si scatenarono le rivendicazioni politiche. Si sottolineò soprattutto il fatto che il Trentino, e la Val di Non, non facevano culturalmente e storicamente parte del Tirolo, ma erano italiane, come già, con evidenza, riconosceva il quarto imperatore di Roma. Soprattutto il giornale Il Trentino, nei primi giorni di maggio del 1869, proclamava: “… mentre Trento era già una fiorente colonia romana, e i cittadini del Trentino erano pareggiati ai Romani, il paese che chiamano Tirolo aveva avanti a sé ancora quattordici secoli prima che un documento ne registrasse il nome, dichiarandone l’esistenza”. 

Ci vorranno ancora 55 anni, ed una guerra sanguinosa, perché l’Anaunia tornasse ad essere italiana. Qualcuno non è ancora d’accordo: qualche bisticcio tra Reti e Tridentini sopravvive, infatti, ancora oggi, anche in Anaunia.

 

Franco




Commenti

Post popolari in questo blog