Innominato


Per tutti divenne l’Innominato. 

Già solo pronunciarne il nome portava sfiga.

Si capì che era il perfetto menagramo a seguito di un concorso, cui teneva moltissimo. Non rientrò tra i vincitori: era il terzo degli esclusi. Stava per rassegnarsi: difficilissimo un recupero di tre posizioni, quasi impossibile. 

Però …

Il primo della lista, cioè il migliore del concorso, ebbe un gravissimo incidente d’auto il giorno in cui venne convocato al Ministero per firmare l’atto di nomina. Mesi d’ospedale e una invalidità permanente: inabile per quel servizio tanto ambito!

Un altro concorrente, tra quelli abilitati a ricoprire il posto, era appassionato di montagna, ed amava arrampicare. Il fato volle che perse un appiglio, e anche per lui non ci fu più nulla da fare.

Nella nuova lista degli ammessi, l’ultimo, felice d’aver recuperato due posizioni e d’essere così rientrato nel novero dei vincitori, brindò in famiglia per l’avvio d’una carriera che sperava fortunata e brillante. Si dice che, alzando il calice, avvertì un dolore acuto al petto e … lasciò libero il posto così fortunosamente conquistato.

Il nostro venne dunque chiamato a firmare l’atto che sanciva la sua nomina insperata. 

Le cronache ministeriali ci dicono che ebbe una carriera velocissima, fino a raggiungere il massimo livello. Molti suoi colleghi notarono però che, a quanti competevano con l’Innominato, precedendolo nelle liste di  merito, capitava qualche sciagurato accidente. 

I più prudenti cominciarono a cedergli il passo: meglio arrivare un po’ più tardi … l’importante, in fin dei conti, era arrivare!

Se ne parla ancora oggi, a distanza di molti decenni. 

Così come si continua a parlare del primo Innominato, quello dei Promessi Sposi.

Ma quella è un’altra storia, cioè non è storia d’un terribile menagramo.


Franco


“Un terribile uomo. Di costui non possiam dare né il nome, né il cognome, né un titolo” (A. Manzoni)



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