MP1


So poco, quasi nulla, di questa macchina da scrivere di nonno Giulio. 

È il modello MP1 della Olivetti, progettata da Levi, un genio della meccanica, e disegnata da Magnelli, nel 1932. Aveva una custodia di compensato, coperta di finta pelle nera, come di lucertola. Una sciccheria!

So che Giulio amava quella sua macchina, che fu la prima portatile della Olivetti. Credo che se la sia portata in Africa, da dove miracolosamente riuscì a riportarla a casa, dopo la prigionia, sistemata nella sua cassa da medico militare, che gli fu restituita dagli inglesi.

È sempre stata in bella vista nello studio del nonno. Lì l’ho veduta anch’io, e ne restai affascinato per la robustezza, l’eleganza, lo stile veramente italiano. Era di colore rosso, come le Alfa sportive, o le Ferrari,

Mi trasmetteva orgoglio quello strumento di scrittura; posso immaginare Giulio che lo difendeva dagli Inglesi che, alla fine, gliela concessero in uso, pur avendolo privato di ogni altra cosa, anche di molti strumenti chirurgici fondamentali. 

Dovevo operare con le lamette da barba - lo sentii raccontare.

Finì a casa nostra, e la usai a lungo, sempre col timore che si rompesse. 

La portai a pulire e a sistemare, ed il tecnico mi suggerì di metterla a riposo: merita la pensione - mi disse - ogni lettera che scrive potrebbe essere l’ultima, per lei.

La tenni così come ricordo, come un vero oggetto d’arte. 

Ancora oggi la guardo con ammirazione, e la sfioro appena con le dita. 

Ha più di novant’anni … e conserva tutta la sua eleganza, il suo fascino italiano! 


Franco




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