Settebello


Al termine delle sue vacanze, a Villabalzana, Isa mi portò con sé a Cagliari. Quattordici anni … avevo appena terminato le medie.

Tornai a Vicenza un paio di settimane più tardi, con Carlo, che era commissario agli esami di maturità: esami a settembre; allora si rimandavano anche i maturandi quando non erano preparati a sufficienza. 

Il viaggio verso la Sardegna fu forse il mio primo vero viaggio, in automobile; tappe in Toscana ed in Umbria … Carlo, che sapeva tutto di tutto, faceva da guida. Io ero sempre con gli occhi e la bocca spalancati, un’emozione che ancora ricordo, vivissima. 

Ma ricordo anche il dramma di mio cognato, al porto di Civitavecchia. Siamo arrivati tutti interi! - aveva esclamato spegnendo il motore. Una affermazione prematura: dopo un secondo fummo tamponati, lì, sulla banchina del porto, mentre attendavamo che la Renault sportiva di Carlo venisse imbragata in una rete di canapi per essere calata nella stiva della nave, come si faceva a quei tempi. 

Fu un disastro: il radiatore forato ed una difficile constatazione del danno. 

Carlo dovette chiedere l’auto a suo papà, un tipo arzillo e focoso che non nascondeva le sue idee politiche, diametralmente opposte a quelle del figlio. 

Ah, hai bisogno di me … ma guarda un po’ … sghignazzò nonno Luigi.

L’auto del nonno servì soprattutto a farmi scoprire un po’ di Sardegna. Di quei giorni cagliaritani conservo memoria di colori e di profumi che mai avrei potuto immaginare.

Il ritorno in Continente fu carico di malinconia. 

Ecco però l’ultima emozione di quel viaggio: salire sul Settebello, il primo treno ad alta velocità, elegantissimo, come solo in Italia … .


Franco



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