Fagioli
Ho assistito ad una conferenza in cui si trattava dell’alimentazione dei contadini, così come la poteva valutare un medico padovano del settecento. La condizione misera dei contadini di quel periodo storico non mi era nuova, ma molte novità sono state presentate in quella conferenza sul vitto dei lavoratori della campagna padovana, che per sua natura è grassa e ricca di prodotti. Ad esempio, sulla tavola dei braccianti raramente si poteva trovare carne, se non di infima qualità e al limite dell’edibilità, e l’acqua era quella delle paludi o dei fossi, non proprio il meglio da bere.
La fine della conferenza è stato preceduta dalla proiezione d’un dipinto di Annibale Carracci, Il mangiatore di fagioli, datato 1585. Il conferenziere l’ha presentato a dimostrazione della povertà dei contadini, sottolineando un gesto dell’uomo che sta affrontando una robusta ciotola di legumi accompagnata da cipollotti e da un piatto di altre verdure: stringe il pane come per difenderlo da altri commensali.
Sono rimasto perplesso: quell’uomo di contadinesco per me ha solo il cappello di paglia! La camicia pare fresca di bucato, è ampia, col colletto plissettato. L’uomo indossa anche un giubbetto imbottito, finemente ornato sulle spalle. E poi, mi son chiesto, quale contadino del cinquecento avrebbe potuto pranzare su di una tavola così riccamente imbandita, con cucchiaio e coltello, calice di vino, in vetro soffiato, e caraffa in ceramica elegantemente lavorata. Ed ancora … perché quel signore avrebbe dovuto difendere un pezzo di pane già spezzato e in parte mangiato, quando davanti al suo piatto vi è un intero pane bianco, e ben lavorato?
Il mangiatore di fagioli non è di certo un contadino … probabilmente è un servitore al seguito d’un signore, di un ricco nobiluomo in viaggio attraverso le sue proprietà.
A quel punto m’ha colpito un altro pensiero … fagioli? Ma quali fagioli può mangiare il nostro servitore? I fagioli che oggi accompagnano i nostri pranzi sono arrivati dalle Americhe, a partire dalla seconda metà del cinquecento. Di certo alla fine di quel secolo, quando Carracci dipingeva, non doveva ancora esserne così diffusa la coltivazione da poterne servire con tanta abbondanza nel piatto d’un servitore.
Ho così scoperto che già da due migliaia d’anni, in Europa, si coltivavano fagioli originari dell’Africa, i fagioli dall’occhio, che ancora si coltivano anche da noi. Si riconoscono nel dipinto.
Erano definiti la carne dei poveri, la fonte principale di proteine per i contadini delle nostre campagne.
Dovrei vergognarmi: me l’ha insegnato Annibale Carracci!
Franco
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