La banda
Non ho resistito. Del resto, stare a guardare la TV, in poltrona, col cervello messo a riposo, non è proprio il mio ideale di vita, almeno di quella parte di vita che mi sta ancora davanti.
Così mi sono messo alla tastiera, e per qualche mese ho sistemato un po’ di pagine che già avevo abbozzato, recuperando qualche idea anche da Attimi, cioè da questo blog.
Alla fine, il lavoro non mi convinceva, forse nemmeno mi piaceva.
Poco male - mi sono detto - in agenda non vedo molti impegni per i prossimi mesi, posso ancora continuare con questo gioco editoriale, ma con altre idee.
Così, cestinato il primo tentativo, mi sono lanciato in un secondo.
Ancora ricordi d’infanzia.
Un bambino fortunato - mi ha fatto sapere un’amica cui avevo proposto in pre-lettura quelle pagine di memoria - un bambino con una vita piena di stimoli, di sollecitazioni nonostante gli anni grami del dopoguerra! Ho considerato quel suo giudizio come un imprimatur.
Ho chiesto appuntamento all’editore della mia precedente raccolta di ricordi, Vacanze selvatiche.
L’incontro è finito male. Non ti sei molto promosso, Franco - ha sentenziato l’editore - … se non ti dai da fare a presentarlo, il tuo libro non si vende, e diventa un passivo per me, che devo ragionare da imprenditore. Se invece contribuisci alla spesa … in una settimana lo stampiamo.
Traduci in euro - gli ho risposto. Una cifra folle! Ho subito fatto un po’ di conti … con quei soldi potrei godere di tre anni di vacanze estive al mare … oppure potrei pagarmi un salto in Canada, dai miei nipotini … oppure ancora, più prosaicamente, potrei coprire un paio d’inverni di riscaldamento.
Grazie, ci devo pensare - ho risposto. Mentivo, ci avevo già pensato! Il mio era un addio.
Però mi pungeva ritrovare quelle pagine sotto agli occhi ogni volta che accendevo il computer…
La soluzione mi è stata offerta da mio cugino Eugenio, che ha le mani in pasta nell’Editoria. Mi ha proposto il lavoro editoriale a prezzo di costo. Ho accettato subito, con entusiasmo.
Ed ecco qua La banda.
Che bello … sei bravo, conservi la memoria di quando eri bambino - mi ha scritto un amico. Però ha un costo la memoria! - gli ho risposto. Si - replica l’amico - la memoria però se ne va, e i libri restano!
Mi vien da ridere: conservo la memoria in scatoloni, sistemati sotto la scrivania di mia moglie. Si baruffa quasi tutti i giorni.
E poi La banda non si trova in libreria, anche se compare nel sito dell’Editore. Per rientrare dalla spesa dovrei comunque promuovere il libro, indicarne il prezzo e poi spedirlo per posta all’acquirente. Fastidioso, ma fattibile!
Mi consola l’essere riuscito a far lavorare il cervello per qualche mese.
Di recente ho assistito ad una conferenza: il relatore, una psicologa, sosteneva che scrivere è un ottimo sistema per invecchiare bene!
Il mio, allora, è stato proprio un buon investimento!
Franco
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