Profumi


Quando la mamma cominciò a patire del suo male, le passeggiate le divennero difficili, e dolorose. 

Fino all’ultimo, però, non rinunciò ad affrontare le strade intorno alla casa di Villabalzana: era la terra dei suoi ricordi, dove aveva trascorso la giovinezza e allevato i suoi ragazzi, anche durante gli anni duri della guerra. 

Mai avrebbe rinunciato a rinfrescare la memoria di quel suo passato.

Tra le mete preferite c’era il capitello che s’incontrava lungo la dura strada in salita che attraversava il bosco fino ad arrivare alla chiesa. Non la si percorreva mai per andare alla messa: il papà diceva che andare in chiesa per quel cammino era come far penitenza prima di commettere un peccato. 

Ma alla mamma piaceva attraversare il bosco, a dispetto della salita e dei sassi che rendevano insicura la passeggiata. 

Senti che profumo di carpanotti! - esclamava ogni tanto fiutando l’aria; -  dai Franco, corri dentro nel bosco a guardare. Il profumo c’era, di sicuro, ma di funghi lì non ne ho trovati mai. 

I funghi, però, ce li portava ogni tanto la Irma, la mamma dei miei amici di lassù, Danilo, Annamaria e Carlo. Lei sapeva dove andare a cercarli, e nei giorni di buon raccolto a casa nostra si faceva festa grande. 

Nulla era meglio di “polenta e funghi”, il cui profumo si spandeva per tutta la corte. 

Altro che salire fino al capitello fiutando l’aria come faceva Dick, il nostro cane!


Franco


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