L’opposto


Eccoci ancora alle solite schermaglie, uno di fronte all’altro, in poltrona. Su cosa? Sempre sui libri!

Giorni strani, questi primi di aprile. Lei legge tantissimo; l’ospedale, dove il tempo non passa mai, spinge alla lettura. Leggi anche questo - mi dice - vedrai … ti stuzzicherà. 

Devo per forza leggere quel librino che mi sta porgendo. Se non lo facessi se ne avrebbe a male. A lei poi piace il confronto su quello che abbiamo letto insieme, e nelle condizioni in cui si trova, dopo l’intervento, non posso toglierle questa piccola gioia. 

C’è un intero totem di piccoli libri, al supermercato; credo che poca gente li acquisti, anche se il prezzo è stracciato, ma molti di quei titoli sono strani e accattivanti. Così finiscono in casa nostra, accatastati in qualche modo tra i volumi in attesa di lettura. Gli autori sono conosciuti e, si sa, scrivono bene. Questi che lei sta ora divorando in rapida successione sono libri che trattano di libri.

Mi sta dicendo che questa volta l’autore sostiene che il lettore s’innamora dei personaggi, e della loro forte caratura psicologica. Prendi Anna Karenina, oppure Robinson Crusoe, o il Capitano Acab, e Alice … splendida l’idea di John Konnolly di far rivivere, letteralmente e materialmente resuscitare, i personaggi più conosciuti e più amati dai lettori di romanzi, di poesie o di grandi opere letterarie. 

Si accalora nel sostenere quel che dice. Impossibile non ascoltare, e ragionare su quel che ascolto …

C’è nulla di strano in questo - rispondo io -  è quasi un sentire comune a tutti i popoli della terra: fin che se ne parla, o se ne scrive, nessuno muore veramente, perché resta vivo nella nostra mente, o nel cuore. 

Ma no - mi corregge lei - leggi, e vedrai cosa vuol dire vivere per questi personaggi particolarmente amati da chi si nutre di letteratura … . 

Allora, leggendo, scopro che essi si muovono tra di noi, ma se ne accorge solo chi si è lasciato rapire dalla lettura delle loro vicende, e ne è rimasto incatenato, ha cioè amato, ha sofferto, ha vissuto il racconto come ne fosse stato testimone, anzi, partecipe in tutto.

Si continua a discuterne. Per amore di contrapposizione, per voglia di duellare, sostengo che questa di Connolly non è un’idea opposta a quella di Elizabeth George ne “La fata dei libri”. Anzi, a ben guardare, è la medesima idea, pur se offerta in maniera apparentemente diversa. 

Vedi - sottolineo - Connolly scrive di Anna Karenina, ma del romanzo di Tolstoj esalta, e ci fa entrare nel cuore, soprattutto l’amore e la passione che Anna ha vissuto, e il dramma che ha patito. Così noi la vediamo realmente affrettarsi lungo la strada che la porterà ad offrirsi alla morte ancora una volta, e più volte di seguito ad ogni rilettura del libro; ripete i medesimi gesti che ha scelto la “prima” volta nel romanzo per porre fine ai suoi giorni, gettandosi sotto un treno. 

È la narrazione che conta, non il personaggio! - Concludo. 

Ovviamente lei non è d’accordo. Così ne stiamo ancora discutendo. Forse non finirà mai questo nostro punzecchiarci sui libri!

Beh, è uno dei motivi che spinge alla lettura: chi legge … incontra e conosce il mondo … e rende proprie tutte le vite che scopre tra le pagine dei libri che stringe tra le mani!


Franco


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