Lucciole


Eleonora mi ha raccontato delle lucciole che le illuminavano il cammino ai margini del bosco, vicino a casa sua, a Villabalzana. Lanterne minuscole, ma sufficienti a lacerare l’oscurità che ancora oggi avvolge il monte, soprattutto quando non c’è luna e i versanti nascondono la pianura punteggiata di case e di paesi. 

Mi ha preso la nostalgia. Settanta anni fa, dopo cena, noi bambini scappavamo di casa a cercare le lucciole. Le trovavamo negli angoli più scuri della corte. 

Non era ancora arrivata l’elettricità, lassù in campagna, e il poco chiarore che usciva dalle case era quello delle lampade ad olio accese sui tavoli intorno ai quali le famiglie si riunivano a far filò, in attesa del sonno.

Eccolaeccola … gridavamo noi quando scoprivamo un lumino lampeggiante in volo lungo la siepe, rasente il terreno. Altre volte la luce era fissa, nascosta tra le erbe. 

Cercavamo di acchiappare tra le mani le lucciole in volo; quasi mai ci riuscivamo. 

Ci si inginocchiava, invece, sopra quelle ferme a terra, con la speranza di scoprirne le forme e di chiarire il mistero di quelle fantastiche lanterne. 

Rimasi deluso quando scoprii che si trattava di insetti, per di più dalla forma sgraziata.

Eppure mi è rimasto dentro a lungo il senso della magia. 

Una sera, ero ragazzino, avevo scorto centinaia di lucciole lungo il fosso che, a ridosso delle case, limita il Campo Marzio a Vicenza. Un vero incanto di lucine intermittenti. Restai ad ammirarle a lungo, scordando il motivo per cui, con Dario, mio cugino, ero arrivato fin lì, lontano da casa: fumare una delle nostre prime sigarette! 

La magica lanterna d’una lucciola è certamente meglio della brace fumigante d’una cicca!


Franco


Commenti

Post popolari in questo blog