Una vita


Ogni tanto sfoglio le cartelle in cui ho sistemato, un po’ in disordine, i miei ricordi di famiglia.

Mi fermo spesso a studiare le fotografie. Quando le collocavo nella mia raccolta, annotavo i nomi, i luoghi e le date. Queste furono scattate nel 1939 e nell’anno successivo, al Lido di Jesolo, dove la mia famiglia andava a trascorrere un po’ di vacanza al mare. 

Mi intenerisce guardare com’erano la mamma e il papà sei e sette anni prima che io venissi al mondo. E mi piace anche leggere le espressioni sul viso dei miei fratelli, che erano bambini sereni, pieni di vita e di voglia di giocare. 

E poi … c’è anche la famiglia dello zio Gianni e della zia Maria, cui la mamma era legatissima; le loro figliole, Luisa e Gianna, erano quasi sorelle per Fernando, Pierlorenzo, Maria Luisa e Raffaella, i miei fratelli. Nel gruppo intravvedo anche zia Ada, altra cugina che la mia mamma adorava. 

Avverto una stretta allo stomaco. Qualcosa non va? 

Torno con la mente a quand’ero bambino, a Villabalzana: con me c’erano Dario e Giovanna, i figli di zia Ada, che per me erano quasi fratelli. Sono stato con loro anche a Jesolo, e giocavo in riva al mare come anni prima facevano i miei fratelli con Luisa e con Gianna. Così ho giocato anche al Lido di Venezia, con Eugenio, altro cugino e compagno di mille avventure marinare. 

Sorrido al ricordo … ma poi mi rattristo. I miei fratelli erano in quattro e riempivano la casa: un bel gruppetto, sempre insieme tutto l’anno. Poi, durante le vacanze, a loro s’aggiungevano anche i cugini, come Luisa e Gianna, ma anche Renato e Roberto, Beppe e Gabriele, Floriana e altri ancora. 

Io sono arrivato qualche anno più tardi … Troppa differenza d’età … in casa giocavo da solo, nel disinteresse degli altri figli, ormai grandi, della Sandra e di Almerino.

Ero solo!

Sono rimasto solo anche ora, a distanza di quasi ottant’anni da questi miei lontani ricordi.

Guardo le foto di famiglia, e studio i miei fratelli. 

Non ci sono più … se ne sono andati, come tutti gli altri in queste immagini d’anteguerra. 

Non è lo stomaco che si stringe, è dolore, è malinconia … 

È una valanga di ricordi che mi travolge, trascinandomi nel timore di dimenticare a poco a poco tutta la vita passata insieme. 


Franco



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