Rondini
È quasi mezzogiorno e ho cento cose da concludere prima del pranzo.
Ma sono in attesa del mio turno in un ufficio comunale che gestisce l’asporto rifiuti.
L’attesa non giova all’umore.
Però sono in un palazzo antico e dalla finestra posso ammirarne la struttura. Vedo le travi restaurate che reggono lo spiovente del tetto: bellissime, ma … - qualche cosa devo pur criticare in quel palazzo cinquecentesco che mi sta tenendo prigioniero. Vedo il segno lasciato da un nido di rondini che immagino sia stato staccato con un palo, forse proprio dalla finestra da cui sto guardando.
Ma come si può cacciare di casa le rondini? Danno allegria, e portano fortuna!
Lo diceva anche la mamma, che pure brontolava per lo sporco che le rondini lasciavano cadere a terra, nel cortiletto davanti alla porta di casa, a Villabalzana. Brontolava anche la Gemma, che per lavare quello sporco doveva attingere l’acqua alla fontana. Ma poi tutta la famiglia restava incantata ad ammirare il volo delle rondini intorno a casa, e i ragazzi fingevano di volerle acchiappare con le mani mentre queste planavano, garrendo, ad una spanna dalla nostra testa, tenendo un insetto stretto nel becco. I rondinini chiamavano a squarciagola le mamme e i papà, riconoscendoli, chissà come, tra le molte altre che avevano costruito il nido sotto il nostro tetto.
Le finestrelle del granareto, la parte del sottotetto dove si stendeva la frutta a maturare, erano l’osservatorio ideale. Ero l’unico a voler strisciare fin lì, serpeggiando con la pancia sull’assito caldo dell’estate; aperta la finestra, restavo colla testa di fuori, a ridosso del tetto, a guardare i piccolini nel nido con il becco spalancato in attesa del cibo. Ogni tanto si giravano, e col culetto di fuori procuravano lavoro alla Gemma. Arrivavano le rondini, ali spiegate per rallentare il volo; aggrappate al bordo del nido, distribuivano la caccia tra i pulcini, con giustizia e abnegazione.
Ma … le mamme e i papà mangeranno mai? - Mi son sempre chiesto - … non hanno paura di me?
Di sicuro non mi temevano … forse nemmeno più mi guardavano. Erano indifferenti a quel piccolo umano che, a due spanne dal nido, passava il tempo a chiacchierare coi loro rondinini.
Franco, 11 luglio
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