Venti grammi Era rimasta con la mano a mezz’aria, la bocca aperta, la parola spezzata a metà. M’ero fermato anch’io, perplesso per quell’interruzione improvvisa di cui non capivo il perché. Guarda … - si scosse - qua ci sono quarant’anni di lavoro … Nascosta tra cianfrusaglie portate dal Dipartimento quando era andata in pensione, spuntava una chiavetta rivestita di gomma rossa. Gliela avevo procurata perché vi potesse sistemare, a modo suo, le presentazioni dei suoi corsi di Anatomia, da quelli per gli studenti del primo e del secondo anno di Medicina, fino a quelli per i medici delle Scuole di Specialità. Mi pentii subito della stupida battuta che m’era scappata di bocca. Pensa - avevo detto - quarant’anni di lavoro, ma di lavoro leggero, direi … sono si e no venti grammi di chiavetta ! Non s’era incavolata, come sempre faceva alle mie uscite nello stile di Groucho Marx. Si era solo incupita, pensando ad altro. È diventata vecchia anche lei … guarda, la gomma ora è rigida, e si sta...
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Visualizzazione dei post da settembre, 2025
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Spreco Ah … una volta …! Era sempre così; qualcuno scuoteva la testa e rimproverava qualcun altro per un comportamento che gli sembrava inconcepibile. I tempi cambiano - sarebbe stata la risposta da dare - ora c’è l’elettricità, abbiamo l’acqua corrente, troviamo medicine per ogni emergenza. Ed invece i vecchi continuavano con la solita solfa , ad esempio: ai miei tempi dovevo rompere il ghiaccio col martello per lavarmi, tu, che hai il rubinetto con acqua calda e fredda, vai in giro col collo nero e puzzi di sudore! Il papà aveva ragione sia per il colore del collo, sia per la puzza, specie a Villabalzana, ma l’idea del ghiaccio nel lavandino mi faceva un po’ ridere, non potevo crederci. La Gemma aveva invece un atteggiamento diverso: lei non capiva il cosiddetto progresso , ma spesso ne apprezzava i vantaggi. Evviva la lavatrice! - sosteneva una volta superata la paura della macchina che sibilava in centrifuga e si muoveva autonomamente per la stanza. Oppure diceva, quasi in preghier...
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Alpacca Era una specie di canovaccio di garza, sottile, ma a trama molto fitta e dunque robusto. Serviva a cuocere il piatto che, da bambino, adoravo più d’ogni altro: il polpettone ! Già a guardare la mamma e la Gemma che, a turno, amalgamavano gli ingredienti dentro la grande terrina bianca adibita solo a quella funzione, a me veniva l’acquolina in bocca. Impastavano a lungo, usando solo le mani, e per tutta la casa si spandeva il profumo della carne macinata, del grana, delle uova e della cipolla, col velo di noce moscata che la mamma faceva piovere sull’impasto usando una minuscola grattugia. L’impasto deve stare insieme - sussurrava la mamma, provando col dito la coerenza di quel bendidio aggiungendo, all’occorrenza, anche pan grattato . Si avvicinava il momento del rito del canovaccio di garza. Il contenuto della terrina veniva rovesciato sulla tavola di marmo per esservi modellato rotolandolo delicatamente con le mani fino a dargli la forma di una grossa sopressa...
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Errante Anche nel Vocabolario Treccani il mio caso è collocato all’ultimo posto: davanti ci stanno altre quattro accezioni, o diverse sfumature di significato, comprese quelle pesantissime di natura zoologica o geologica. Leggendo il Gotha dei vocabolari della nostra lingua, ho scoperto che vi sono laghi e fiumi che cambiano continuamente forma, posizione o corso perché il terreno che ne accoglie le acque è incoerente, e anche il vento ne può rapidamente mutare la conformazione. Un lago errante l’avete mai veduto? Ci sono Anellidi policheti che vivono liberi in ambiente marino, e sono in balìa delle correnti: quale nome migliore per loro se non Errantia ? Cioè, sono in perenne spostamento … forse meglio dire ondeggiamento. Le restanti accezioni mi riportano a Leopardi: quante volte mi sono rattristato leggendo il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia ? Infinite volte, mi verrebbe da dire, rammentando però solo i primi versi del canto del poeta dedicati all’in...