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Visualizzazione dei post da ottobre, 2025
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  La via del Supramonte 1 - Montes Ho un ricordo piuttosto “ sfilacciato ” del mio primo contatto col Supramonte .   Ci arrivai da Orgosolo, percorrendo, buona parte in salita, una quindicina di chilometri di strade bianche, cariate, sassose, caricato, assieme a Beppe, su di una spartana Campagnola, tra borse e valige; eravamo davvero gli assistenti del Professore, incaricati della cura … dei bagagli. Davanti a noi si arrampicava veloce uno splendido Land Rover dei Forestali ; a bordo c’erano Susmel e il Generale , cioè il Capo di tutto , lì in Sardegna. Ci fermammo a Funtanabona dove, contro la caserma dei Forestali e dei Carabinieri,   terminava la strada.   Pensai a Fort Apache, l’avamposto dei visi pallidi nei primi film western , con le Giacche Blu asserragliate dietro alte mura erette a difesa della civiltà : al di là si apriva un mondo sconosciuto, selvaggio e pericoloso: in questo caso una fitta foresta di lecci, destinata ad essere il nostro campo di...
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  La via del Supramonte Mi succede spesso di cercare un volume in mezzo ai tanti sistemati nelle mie librerie. Quasi mai riesco a trovarlo da solo. Il disordine è per me malattia congenita! Lei, invece, ha memoria fotografica anche per le mie cose … e i miei libri li trova in un attimo! Cercando, però, m’è capitato tra le mani un volumetto di … cinquanta anni fa, dal titolo: Ecologia della Lecceta del Supramonte di Orgosolo .   Ho provato un tuffo al cuore: così ho sospeso la ricerca … anzi, ne ho scordato il motivo. Quasi accarezzo quel libro inaspettato; in copertina c’è il mio nome, assieme a quello di Susmel, il mio Maestro, e a quello di un mio collega ed amico, Beppe, con cui ho diviso molti anni di lavoro e di avventure. Non amo ricordare il passato in Università. Quel vecchio volume, però, mi ha gettato in una burrasca di ricordi, non tanto delle ricerche, ma dei viaggi, della fatica e dell’umanità trovati in Sardegna, in quel luogo apparentemente abbandonato da Dio qu...
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Soldo Il papà e la Gemma ripetevano sempre: i soldi non si buttano, pagano il lavoro, e la fatica! Così le monetine rimaste in tasca come resto della spesa venivano sempre sistemate in una ciotola, sul ripiano della credenza, in cucina, là dove venivano collocate anche tutte le chiavi di casa e la posta appena arrivata o quella da spedire. Di lì venivano recuperate per fare altra spesa. Ricordo di aver trovato molte monete in uno dei cassetti più bassi della stessa credenza, quelli che quasi mai nessuno apriva. Erano monete con stampata la corona reale e l’effige di persone severe e baffute. Sono fuori corso, disse il papà, autorizzandomi a tenerle perché ci giocassi, e così finirono in una scatolina con tutti gli altri miei tesori . Le ho ritrovate da poco; hanno incuriosito i miei nipotini canadesi, evidentemente animati dallo stesso spirito di attenzione per il denaro trasmesso dal nonno e dal bisnonno. Tra quelle ce n’è una strana: si vede che viene da lontano, consunta com’è. Co...
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Bisonte Indiano È conosciuta col nome di Bisonte Indiano . È una moneta americana, ricercatissima dai collezionisti di numismatica, anche se non è tra le più rare. Di sicuro una tra le più affascinanti. Basti pensare che è l’unica moneta, che io sappia, che non riporta il simbolo degli USA, l’aquila, e quello della fanciulla che impersona la Libertà. Sul dritto è invece raffigurato il volto soddisfatto di un capo indiano; è anziano, ma porta ancora le penne , le insegne dei guerrieri. Sul verso è impresso un altro simbolo d’America: il bisonte . La zecca americana cominciò a coniarla nel 1906; un nichelino, col taglio di 5 centesimi. Le ultime monete vennero prodotte alla fine del secolo passato.  Nel 2006, per qualche anno, la Zecca americana provvide ad un nuovo conio di monete d’oro da 50 dollari, con le medesime figure impresse sul dritto e sul rovescio. Andarono a ruba tra gli appassionati di numismatica, ma la loro produzione venne sospesa per la crescente disparità tra il va...