The Oak Tree


Lei s’era trascinata fino alla poltrona, affaticata per il pranzo.

Nel silenzio, ancora seduto a tavola, io mi son lasciato andare ai miei pensieri. 

Non è proprio così, John - mi scosse la voce forte di Ser Banks - guardi bene la foglia … il margine è più dentellato, più forte, più acuto. 

Ma no, Ser Joseph, conosco bene questa quercia … è il simbolo della terra in cui son nato. 

Ecco il perché del suo errore - ribatté duro, irritato, Ser Banks - io non le ho chiesto di disegnare i suoi ricordi giovanili, ma di riprodurre con cura ogni particolare dei reperti che io ho portato ad Oxford dalla mia spedizione. Tre anni di mare, prigioniero in una goletta priva di uno spazio solo a me riservato … nemmeno quello necessario all’osservazione e allo studio delle mie raccolte botaniche. Si figuri per l’igiene personale … Lei sta lavorando per la Royal Society. Deve esserne consapevole, e soprattutto all’altezza. Dunque precisione, accuratezza, nessun volo di fantasia. 

Mi si strinse lo stomaco. Sarei uscito nel parco a recuperare qualche foglia di quercia, di quelle splendide farnie di Oxford, ma mi prese il dubbio sull’opportunità di quella mia ripicca. Dovevo riprodurre le foglie essiccate da Banks, da una vita presidente della Royal Society, e solo per questo mio impegno avrei potuto sperare d’essere ricordato come suo collaboratore.

Mi scusi Ser Banks, stasera avrà il disegno corretto, assolutamente rispondente ai campioni che lei mi ha affidato. Inghiottii il rospo e accettai il rimprovero.

Ser Joseph Banks ne fu soddisfatto. Lo sa, John, che dovevo dividere la cabina col secondo in comando? E sa che questi poveri campioni stavano sempre chiusi in casse sistemate sotto la mia branda? Branda … macché branda, era una amaca dondolante ad ogni rollio, ad ogni beccheggio, ed io stavo penzoloni lassù a sperare che qualche onda di burrasca non arrivasse a far marcire anni di fatiche, e di sofferenze.

Beh, la Royal Navy ti ha portato in giro per il mondo, e il re ti ha fatto pure Baronetto, per questo, di cosa hai da lamentarti? Tenni il mio mugugno dentro di me, e mi chinai sul mio lavoro, fatto di pietra, di lama, di china e grafite. 

Lo stomaco però si mise a brontolare, e dovetti alzare la testa. 

Nel preciso momento in cui la nuca si staccò dall’incisione di The Oak Tree, Quercus robur L., splendido lavoro di John Miller, Ser Banks si dissolse, assieme al mio disappunto per l’ingiusto rimprovero di cui avevo patito. 

Restai per un attimo perplesso, cercando di recuperare il mio sogno. Non ci riuscii … era tutto evaporato in una nebbia indistinta priva di ricordi, di parole e di personaggi. 

Così mi alzai da tavola solo con un vago senso d’amaro nella bocca. Girando intorno al tavolo rividi l’incisione di Miller e, scuotendo la testa, pregai di non cadere nella immaginifica follia di Elizabeth George.


Franco


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