Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2025
Immagine
L’adieu Inizio estate rovente! Il termometro che ho sistemato in giardino, all’ombra e all’altezza degli occhi, segna quasi trentasei gradi. Meglio stare in casa: qui il condizionatore mantiene anche l’umidità a livelli accettabili. Ho creato un po’ di penombra giocando con le tende e le tapparelle. Così posso sognare d’essere in montagna, nel bosco. Che misero sogno! … sento, lontani, i rumori della città; anche l’odore dell’aria è quello dell’asfalto reso molle dal sole … si mescola con quello delle auto che vanno … ma dove vanno? - mi chiedo buttandomi in poltrona. Resisto pochi minuti, e mi devo alzare per sfuggire all’abbraccio mortale della pelle rossa con cui è foderata.   Che errore la pelle - ho pensato - d’inverno, quando ho comperato la poltrona, non ho considerato la canicola dell’estate.   Da quella comoda  da riposo mi trasferisco allora sulla poltroncina Thonet, che ha la seduta di paglia di Vienna e il sottile schienale di legno di faggio piegato a vapor...
Immagine
  Una vita Ogni tanto sfoglio le cartelle in cui ho sistemato, un po’ in disordine, i miei ricordi di famiglia. Mi fermo spesso a studiare le fotografie. Quando le collocavo nella mia raccolta, annotavo i nomi, i luoghi e le date. Queste furono scattate nel 1939 e nell’anno successivo, al Lido di Jesolo, dove la mia famiglia andava a trascorrere un po’ di vacanza al mare.   Mi intenerisce guardare com’erano la mamma e il papà sei e sette anni prima che io venissi al mondo. E mi piace anche leggere le espressioni sul viso dei miei fratelli, che erano bambini sereni, pieni di vita e di voglia di giocare.   E poi … c’è anche la famiglia dello zio Gianni e della zia Maria, cui la mamma era legatissima; le loro figliole, Luisa e Gianna, erano quasi sorelle per Fernando, Pierlorenzo, Maria Luisa e Raffaella, i miei fratelli. Nel gruppo intravvedo anche zia Ada, altra cugina che la mia mamma adorava.   Avverto una stretta allo stomaco. Qualcosa non va?   Torno con la m...
Immagine
Femminelle A Napoli, detta al maschile, la parola significa tutta un’altra cosa. A Villabalzana, come ricordava Fernando, con quel nome si indicavano i getti da eliminare nelle piante di pomodoro.   A lasciarli, il fusto finisce col sostenere a fatica un groviglio di rami; qualcuno dà fiori, e poi a volte dona qualche pomodoro. Ma i rami sono troppi, e si fanno competizione, si danno ombra l’uno con l’altro, si rubano lo spazio disponibile e, soprattutto, si devono dividere l’acqua e i nutrimenti che le radici riescono a recuperare da terra.   Insomma, l’orto diventa un bosco improduttivo di piante verdi di pomodoro. Mio fratello scuoteva la testa guardando il nostro orto , quel misero pezzetto di terra che ci ostinavamo a coltivare davanti a casa.   Incapaci, siete incapaci , sembrava volesse dirci.   Poi, brontolando, passava tra le file di piantine e con le unghie recideva le femminelle . Lasciatele per terra, restituiranno in fretta quello che hanno mangiato. È b...
Immagine
  Virus Sono malato. Molto malato. Sono anni, ormai, che i sintomi della mia malattia sono evidenti a tutti, ma non a me. Ero bambino e in camera mia, ben nascosti in una scatola di medicine dismessa dalla mamma, avevo cominciato ad accumulare pennini .   Dapprima erano pennini spuntati, tutti diversi tra loro; poi presi a scendere dal tabaccaio sotto casa per poter mettere nella mia scatolina tutti quelli disponibili sul mercato. Pochi anni più tardi qualcuno si arricchì pubblicando figurine da incollare su appositi album . Contribuii di sicuro alla fortuna del signor Panini, il più noto tra gli editori di questo genere di virus che colpiva tutti i bimbi italiani. Passavo ore a fissare le mie raccolte … sempre dolorosamente costellate di spazi vuoti, incolmabili anche ricorrendo al quotidiano scambio coi compagni di scuola.   Ogni anno dovevo smettere la collezione per esaurimento delle mie risorse monetarie: se avessi potuto accumulare risparmi maggiori, li avrei cer...