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Visualizzazione dei post da agosto, 2023
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  Panini Vi ricordate? Ci scambiavamo quelle doppie prima dell’inizio delle lezioni. Prima si comperavano le bustine dal tabaccaio, o dal giornalaio, che ce le lasciava estrarre a caso dal suo pacco. Poi c’era il rito dell’apertura della bustina con l’ansia della scoperta del contenuto. Alcune figurine erano frequentissime, altre non si trovavano mai.   Ce l’ho … ce l’ho … ho anche questa … erano le frasi che riecheggiavano intorno ad ogni crocchio di bambini durante lo scambio dei doppioni.   Panini , l’ideatore degli album per la raccolta delle figurine, divenne milionario sulle spalle degli alunni delle elementari. E delle loro famiglie.   La fama dei calciatori dipendeva più dalla rarità delle loro figurine che dall’ammontare degli ingaggi.   Oggi è cambiato tutto: i milioni degli ingaggi girano come fossero figurine Panini. Cinquanta-sessanta milioni? … Beh, l’abilità di questo giocatore è virtù rara … vale tanto … ma ti cedo questo attaccante in cambio di quei due terzini …   Sem
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  Casa Ho provato una gioia immensa.   Mi sono sentito a casa già scorgendo il profilo dei Colli all’orizzonte, nella foschia lattea del pomeriggio avanzato.   Quasi emozionante è stato ritrovare strade mille volte percorse, e ricordarne i nomi, e poi calcolare il tempo che mancava all’arrivo …   Eccoci davanti al cancello: un momento di tempo sospeso, immaginando il magico ricomporsi delle tessere di un puzzle scombinato.   In quel momento la nostra vita ha ritrovato la sua forma consueta. Ci ha accolto il giardino, un po’ arruffato, ma ci ha offerto rose inattese.   Ora è tutto tornato al suo posto. Il mare è docilmente finito nel cassetto dei ricordi piacevoli. Ora pensiamo solo a programmare i nostri futuri giorni da nonni; anzi no, è quasi impossibile programmarli … si vivranno alla giornata, come sempre. A casa abbiamo ritrovato la confusione della partenza, mai stata così frettolosa: serviranno due giorni per far ordine e per pulire. Lei fa la conta delle lavatrici e del tempo d
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  Vacanza E’ finita! Volata via. In un attimo.  Ora mi resta solo malinconia, anche se, sono sincero, sotto sotto non mi spiace tornare a casa, alle mie solite occupazioni. Mi guardo intorno per riempirmi gli occhi di paradiso.  E respiro a fondo, per saziarmi del profumo di resina, di elicriso e di lentisco.  Ascolto anche lo sciabordio delle onde, e il ciangottare dell’acqua che gioca negli anfratti degli scogli.  Si sta bene; sto bene in questo finire del giorno, con la gente che già sta sciamando verso le docce, pensando forse solo alla cena.  Restano le voci della natura, che poi è silenzio.  C’è anche un grosso battello della Guardia di Finanza che lentamente gira intorno all’isola. Forse controlla il rispetto dell’Oasi Marina, che fa parte del Parco Nazionale. Ci sta, anzi, mi fa piacere. Un segno di attenzione, di rispetto.  Ecco … il sole se ne è andato.  Ora è propio finita. Franco
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Aglio Sgradevole.  Il mondo è pieno di cose sgradevoli, come l’odore di sigaretta che mi raggiunge dalla sdraio del vicino, che fuma stando troppo poco lontano da me. Mi disturbano anche le chiacchiere ad alta voce di due signore, e il profumo di olio solare che aleggia ovunque sugli scogli arroventati. Mi torna poi in mente il viso del professore di greco quando entrava in aula, chiedendo: meglio il freddo o la puzza? Qualcuno di noi sempre si alzava ad aprire le finestre all’aria dicembrina.  Molto più sgradevole, per me, è sempre stato discutere  vis à vis con un interlocutore appassionato d’aglio. Tra tutti gli aromi di cucina, quello dell’aglio è per me terribile, quasi disgustoso. Mi fa venire il mal di testa. Ma c’è sempre qualcuno che lo ama, e divora aglio. Anche mio figlio, che però sta in Canada. Sto camminando su di una piana rocciosa; tra le pietre si apre qualche fazzoletto di terra riarsa, entro cui ondeggiano al sole migliaia di splendidi steli di aglio. Sono imm
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  Quercia Camminare al sole stordisce. La pelle s’arroventa, come l’aria che entra nei polmoni. Una pazzia andare a spasso a quest’ora: sarebbe stato meglio restare sulla sdraio, all’ombra, a guardare i fusti d’argento dei pini d’Aleppo e a giocare con gli occhi a rimpiattino col blu del cielo tra le chiome mosse da qualche alito di vento odoroso di mare.  Restano però da fare solo pochi passi e poi si sarà all’ombra del bosco.  Il sentiero s’arrampica, in questo angolo dell’isola di San Domino, e conduce in una vallecola rivolta a nord. È uno spettacolo: ai pini si accompagnano alcune roverelle , che non t’aspetti. Un paio sono immense, veri giganti della loro specie; sembrano quasi abbracciare le altre piante del bosco, come una chioccia che protegge i pulcini sotto le proprie ali. Stupende suggestioni! Mi pare faccia fresco qua sotto. Avverto aliti che paiono portati da un altro luogo, lontano, che ho vissuto da bambino: Villabalzana, nei meriggi solitari, lontani da casa per no
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Invidia Giornata sugli scogli … Giornale, bagno, lettura, un saluto ad un signore che passa … non ricordo chi sia, ma ormai è lontano … ecco, gli occhi mi si chiudono … com’era la pubblicità? Me cala la palpebra …  Devo scuotermi, impegnare la mente …  Apro il libro: Pennac. Il vicino cerca di sbirciare il titolo. Impossibile farlo … è a dieci metri da me. Glielo dico io, e poi commento il libro … ne ho letto trenta pagine, ma fingo di essere quasi alla fine. Splendido Pennac, una mente finissima, ed arguta, una penna che trascina, affascina e fa pensare; questo libro poi si tuffa nei sogni, racconta dei sogni, anzi, porta il lettore dentro a sogni nei sogni … insomma, un racconto pazzo, ma divertente.  Il vicino mi guarda, non sa che dire. Gli cito Malaussène, che di mestiere fa il capro espiatorio . Non ho sentito lo squillo, ma il vicino risponde al cellulare e si volta dall’altra parte. Mi viene il dubbio che … ma mi va bene così.  Torno a leggere Pennac e a rodermi per la sua bra
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  Brezza Abbiamo lasciato aperte porta e finestra del capanno.  Nessuno, di certo, verrà a disturbarci stanotte.  Il sonno è arrivato subito. Nulla può resistere alla stanchezza portata dall’ozio.  Ho sentito che lei si è alzata ed ha chiuso la porta. Poi più nulla: un silenzio inquietante. No, non è vero … mi sono scosso perché ho sentito il fruscio degli aghi dei pini mossi dalla brezza. Possibile? E’ bastata quella domanda, e la brezza s’è portata via il sonno. L’ho sentita sul viso, e sul corpo, l’aria fresca della notte. Quant’era che non avvertivo un po’ di fresco che non venisse dal condizionatore? Ecco, domande assurde che riducono il sonno in coriandoli.  E poi … ecco cos’è … è il mare che chiacchiera con gli scogli … dovrebbe essere proibito dal regolamento del villaggio chiacchierare a quest’ora!  Segni di pazzia … penso alle mie condizioni mentali e a quello che si sta preparando per lei, che in barba alle chiacchiere e al fresco dorme tranquillamente, e profondament
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L’attimo Ci si ferma sempre fino all’ultimo, in riva al mare, sugli scogli. Si legge, o si parla tra noi quando intorno non c’è più nessuno. Spesso si ascolta in silenzio la risacca, o il frangersi quieto delle piccole onde contro le pietre, ad un passo da noi. A volte arrivano i gabbiani, curiosi della nostra presenza; stanno in silenzio anche loro, in attesa della magia del tramonto.  Non ho modo di descrivere il trionfo di rossi, di arancio, d’oro e di azzurro che accompagna il sole che ci saluta.  Dopo, sopra l’orizzonte, resta solo un chiarore dorato nel cielo, che via via s’incupisce: sembra triste per aver perduto la sua luce.  Solo allora torniamo al villaggio, nella pineta, muta, perché anche le cicale hanno perduto il motivo di cantare. Tra un poco saranno i grilli ad accompagnare i nostri passi verso la notte. Immagino che il paradiso debba essere così. Franco La foto è di Silvia
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  Tavolozza Acqua. Mare. Sole. Silenzio.  Lungo gli scogli l’acqua è azzurro chiaro, celeste con sfumature verdi: lì cielo e mare non sanno mettersi d’accordo. Un alito di vento; il mare rabbrividisce e brontola contro le rocce, bianco di spuma. Più in là c’è il blu. Intenso, profondo. Vorrei dire cobalto , ma mi manca il metro di paragone. Come è il cobalto? Non lo so … mai veduto … Potrei dire blu come il cielo sereno di montagna, dopo un acquazzone, oppure d’inverno. Qua, ora, il cielo è celeste, limpido, quieto. Solo un alito di brezza, che è ristoro per la pelle, che muove appena i fiori secchi dell’aglio, e porta un sentore fresco di resina e di elicriso dal bosco.  Sogno di tuffarmi, ma mi lascio stringere dalla pigrizia. Il mare non è piatto, le dico, ancora un poco, dai ...  Guardo il verde smeraldino del bosco, che scende verso l’acqua appiattendosi a terra forse per non piegarsi al vento, quando il vento infuria; penso all’inverno.  Ora penso solo alla tavolozza di col
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  Viaggio Siamo in autostrada. Guida lei, io cerco di tenere a bada il mal di schiena che mi tormenta da qualche giorno. Provo a scrivere. Appunto solo qualche idea. Difficile concentrarsi; ancora più difficile centrare i tasti con le dita sullo schermo del tablet , che vibra, si sposta sul più bello. E poi c’è sempre da ammirare qualcosa, in Italia. Anche se stiamo attraversando campagne con paesini persi nell’oro bruciato delle stoppie, il paesaggio vibra di una bellezza che tocca l’anima. Trasuda storia, trasmette messaggi di umanità, di ingegno, di cura per i campi, che sono cibo, sono vita. Ogni contrada ha un suo profilo, e io mi perdo nella scoperta di nuovi scorci di cultura, di bellezza.   Aspetto di cogliere il primo lampo azzurro di mare. È questione di attimi, e poi l’acqua ci farà compagnia fino all’arrivo.   Attendiamo da tempo questa nostra settimana di pace. Confido nel paracetamolo : non voglio aver paura di ogni mio passo, e della pugnalata che mi può trafiggere all’i
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Topolino È tornato il caldo, anche se siamo in montagna. Mi ricorda la Grecia, che era rovente; ma lì c’era il mare, o la piscina, dove i nipotini mi sfidavano a schizzi.  Insomma, si faceva una “ bataille ”, alla francese, o meglio, in québécois . Rinfrescante! Sorrido. Ma subito mi torna in mente un ricordo ben più fresco, invernale.  Avevo voglia di sciare! Quella mattina nevicava fitto fitto anche in città … La mamma non era d’accordo, ma quando mai lo era? Mio fratello mi avrebbe prestato la sua Cinquecento blu, col porta-sci già montato sul tettuccio. Avevo la patente solo da poche settimane: non potevo rinunciare a tanta generosità! La mia morosa non sarebbe venuta, ma suo fratello Carlo sì, ed era entusiasta all’idea. Praticamente c’eravamo solo noi, in Bondone, ma gli impianti funzionavano. Non si vedeva granché della pista, ma noi si cantava a squarciagola e così sapevamo quel che bastava l’uno dell’altro.  C’è tempo per l’ultima salita - ci disse il ragazzo della seggiovia
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Genio Sto leggendo un libro sulle guerre greco-persiane. Mi urta il continuo riferimento a Zeus, ad Hermes e ad Atena che ovviamente, fanno sempre il tifo per i Greci. Accendo la TV: ho voglia d’altre cose, che mi facciano sorridere. Scorro i titoli che vengono proposti, e mi stupisco. Evidentemente è di moda: il fantastico c’è dappertutto. La magia  piace, sia nei libri, sia nei film . Io ho sempre provato un pò di fastidio, o di contrarietà, leggendo racconti che hanno a che fare con quanti, come gli dei, fissano a loro piacimento il destino dell’umanità. C’è l’ho anche coi personaggi che in qualche maniera s’arrangiano grazie ad espedienti incredibili con cui riescono a forzare la sorte.  Eppure sono stato accompagnato, nella mia infanzia, e poi su fino al liceo, da questi personaggi. Penso all’Iliade, all’Odissea e all’Eneide. Il mondo sembra governato dall’Olimpo! Anche le culture orientali sono farcite di magia. Ali Baba , ad esempio, è proprio è un bel campione d’umanità, vi